TheKBeauty- Sul perchè la cosmesi coreana: tecnologia, innovazione, bio e design

Sul perchè la cosmesi coreana

Quando ho sentito per la prima volta parlare della cosmesi coreana ero di fronte ad un meraviglioso caciocavallo podolico ed ero intenta a scegliere la composta con cui abbinarlo.

Avevo invitato a cena una mia amica il cui compagno odia i formaggi mentre lei li adora, per cui il morale era alto, un buon Negroamaro scorreva e la mia amica era in vena di confidenze, così succede che mi racconta della sua esperienza in un spa coreana a Los Angeles. Non avendo mai sentito parlare di cosmesi coreana mi sono incuriosita, la mia amica ha proseguito raccontandomi come in America fossero tutti pazzi per BB Cream e bava di lumaca e di come esistesse un mondo di rituali, ingredienti e brand che in Europa era del tutto sconosciuto. Viviamo in un mondo iperconnesso e omologato dove le informazioni e i trend si diffondono ad una velocità maggiore della luce, possibile che non ne avessi mai sentito parlare?

Viviamo in un mondo iperconnesso, possibile che non avessi mai sentito parlare della cosmesi coreana?

Il giorno dopo, con un filo di caciocavallo sullo stomaco e un po’ di scetticismo, inizio le mie ricerche e inaspettatamente vengo sommersa da articoli dal tono sensazionalistico -benché scritti da analisti finanziari- e da beauty blogger che gridavano al miracolo. Tutti concordavano con il fatto che la cosmesi coreana fosse tecnologicamente più avanzata di quella occidentale, che il successo riscosso in Cina, India e in Oriente in generale fosse destinato a ripetersi in America ed Europa, e –  cosa importante –  a durare nel tempo e a competere vivacemente con  il modello di cosmesi occidentale.

Ma come è possibile che un paese così piccolo sia riuscito ad affermarsi in modo così determinate nel panorama della cosmesi e stia imponendo il suo ideale di bellezza e la modalità di interpretare la cura di sé nel mondo?

Le motivazioni spaziano dalla dimensione culturale a quella economica passando per i social e la comunicazione digitale sino ad arrivare ad un fermento più allargato che comprende musica, spettacolo, cinema, moda e cucina.

La leva culturale è sicuramente l’elemento più forte: l’ideale di bellezza coreano – o più in generale orientale – è quello di una pelle perfetta, priva di impurità, bianca e splendente come una perla rara. Avere una viso perfetto è l’indispensabile viatico per il successo sociale, la carriera, un buon matrimonio e in generale la realizzazione del sé. Questa pressione culturale ha stimolato un’intensa domanda di prodotti per la cura della pelle del viso e quando il Paese, in seguito alla rivoluzione industriale, ha raggiunto il giusto livello di benessere e prosperità, l’industria della cosmesi è esplosa. Basti pensare che il mercato interno di cosmesi in Corea vale 9 Miliardi di dollari per una popolazione che è composta da appena 50 milioni di abitanti, mentre il mercato USA vale 5 Miliardi di dollari per una popolazione di più di 325 milioni di abitanti.

LE COREANE SONO LE PIÚ INTENSE ED ESIGENTI CONSUMATRICI DEL MONDO

Le donne coreane sono le più intense consumatrici di cosmesi del mondo, con una media di 27 prodotti utilizzati al mese contro i 4/5 di una donna occidentale, e sono le più esigenti. Per questo le aziende produttrici coreane investono a larghe mani in Ricerca e Sviluppo innovando costantemente il panorama delle formulazioni e degli ingredienti, mentre il marketing e la comunicazione lavorano febbrilmente per proporre nuovi concept, nuovi scenari e nuovi prodotti. Il compito degli uffici commerciali è invece quello di trovare nuovi mercati e, sostenuti da una robusta politica governativa, negli ultimi 15 anni hanno letteralmente conquistato il mercato asiatico imponendosi come l’industria di riferimento nel settore.  A partire dal 2012 gli occhi a mandorla si sono rivolti ad occidente e hanno cominciato ad approcciare il mercato americano. Quest’ultimo esprime dei valori assoluti più bassi rispetti al mercato europeo, ma è più facile da permeare grazie all’uniformità linguistica, alla legislazione più semplice rispetto alle normative europee e a infrastrutture logistiche più avanzate. Il successo è stato travolgente e oggi in America non c’è beauty blogger che non parli di cosmesi coreana e non c’è style magazine che non abbia staccato un biglietto aereo per Seoul alla sua caporedattrice. Con il solito amore per i neologismi degli americani, è stato coniato un nuovo sinonimo per descrivere il fenomeno – the K Beauty – dalla contrazione di Korean Beauty e oltre all’online partito per primo, stanno sviluppandosi vere e proprie catene specializzate in cosmesi coreana – vedi Aritaum di Amore Pacific e la ricca sezione K Beauty di Sephora. Per le donne americane la cosmesi coreana è come un Lunapark: prodotti avanzati tecnologicamente – ho letto di un analista che parlava di 14 anni avanti rispetto alla cosmesi occidentale- che esprimono un rapporto favorevole qualità/prezzo grazie alla feroce concorrenza in patria, con ingredienti innovativi che derivano dalla millenaria cultura orientale e oltretutto divertenti e belli da vedere.

La cosmesi coreana è tecnologicamente avanzata, innovativa, usa ingredienti naturali e sfrutta il design per essere bella e accativante…il tutto con un rapporto qualità prezzo eccezionale.

E’ stato così che da una bella cena mi sono proiettata in un vasto mondo del tutto nuovo, divertente, ricco di spunti che mi ha appassionato e che mi ha spinto ad approfondire, a iniziare a provare i cosmetici e a decidere poi di condividere tutto questo.

L’obiettivo di questo blog è proprio quello di continuare ad esplorare il mondo della cosmesi coreana, guidati dalla curiosità e dalla voglia di scoprire quello che un intero Paese sta esprimendo in termini culturali, convinta che
La Bellezza cambierà il mondo.

 

 

 

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Ilaria

Sono una professionista digitale dal cuore analogico. La passione per la cosmesi coreana mi ha spinta a diventare imprenditrice, blogger, vlogger e chi più ne ha più ne metta...dove mi porterà alla fine non ne ho ancora idea!

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