Storia della bellezza coreana

L’evoluzione dei canoni di bellezza coreana che ha portato al modello che scopriamo oggi.

La Corea del Sud è la Silycon Valley della cosmesi mondiale con un giro di affari che supera i 9 miliardi di dollari l’anno (Fonte Pambianco) ed è il Paese nel quale nascono prodotti e tecnologie innovative, quali sono le ragioni di questo fenomeno? Da dove viene il culto della bellezza coreana? Qual è la storia che ha caratterizzato l’evoluzione dei modelli di bellezza?

La storia della bellezza coreana inizia all’ epoca dei Tre Regni e raggiunge l’apice durante la dinastia Goryeo (918-1392), la dinastia dell’illuminazione, quando le persone iniziano a curare il proprio aspetto dedicandosi a rituali di pulizia, mettendo in ordine i capelli e producendo i primi cosmetici. I prodotti di bellezza erano utilizzati per proteggersi dagli agenti atmosferici ed erano conservati in preziosi contenitori di ceramica. Il celadon è un tipo di ceramica smaltata grigio-verde e gli oggetti dell’epoca Goryeo che sono giunti fino a noi, rappresentano le opere d’arte antica più famosa della Corea.

La popolazione, influenzata dalla diffusione del buddismo, era convinta che l’aspetto esteriore potesse condizionare l’anima e per questo inizia a dare molta importanza alla bellezza che si connota come cura di sé in senso olistico più che adesione ad un mero canone estetico. Nel medioevo la bellezza era rappresentata  da capelli spessi e lucidi, pelle chiara, sopracciglia sottili e arcuate, bocca piccola e rossa.

Con l’avvento della dinastia Jeson, il buddismo viene sostituito dal Confucianesimo. La dinastia Jeson è durata più di cinque secoli ed è stata la dinastia più longeva di tutta l’Asia, lasciando una profonda impronta culturale nel paese.  Il canone di bellezza dell’epoca era rappresentato dalla faccia tonda, il naso grosso, la bocca piccola e gli occhi sottili.

Verso la fine del XVIII secolo,  Hyewon ,uno dei più rappresentativi pittori della dinastia Jeson, , immortalò i canoni della bellezza coreana nel famoso dipinto Ritratto della bellezza.

The K Beauty Storia della bellezza coreana Portrait of a Beauty
The K Beauty Storia della bellezza coreana

 

Le donne indossavano parrucche fatte di trecce a spirale, gareggiando in termini di appariscenza ed elaborazione fino al punto che queste acconciature furono proibite nel 1788 perché in contrasto con i valori confuciani.
A livello antropologico è interessante notare come nella stessa epoca, le stesse acconciature torreggianti abbiano svolto il ruolo di affermazione e status in Francia alla corte di Versailles.

Nel 1910 inizia l’occupazione giapponese che durerà sino alla fine della seconda guerra mondiale e segnerà un periodo molto duro per la Corea che fu ridotta praticamente in schiavitù.
Nel frattempo in occidente gli anni ‘20 sono gli anni ruggenti della Belle Epoque che esportano un modello di donna del tutto nuovo le flappers.

Donne dal caratteristico caschetto corto, che bevono, fumano, ascoltano il jazz e si emancipano dal modello di donna morigerata e severa dell’epoca vittoriana.

Veicolata dall’influenza giapponese e americana, la ragazza moderna arriva in Corea ed ha un forte impatto sulla donna coreana. Il caschetto corto è in profondo contrasto con i valori del confucianesimo e il suo ideale di donna dimessa, ed è vissuto come una rivoluzione sessuale.
Una donna che prende consapevolezza del suo corpo ed esprime la sua sessualità esprime il desiderio di libertà e di scardinare le classi sociali ereditate della dinastia Jeson, inizia ad accumulare vestiti, gioielli e cosmetici e può essere considerata la radice per l’ossessione estetica coreana.

Anna May Wong portrait
Anna May Wong è stata la prima asia-americana a diventare una celebrità internazionale

La ragazza moderna non era una mera imitazione di influenze giapponesi o americane, è andata oltre capelli e vestiti per interpretare una coscienza sociale in mutamento, una forte richiesta di modernità nella Corea coloniale.

Con la fine della seconda guerra mondiale finisce anche la dominazione giapponese e si forma la divisone tra Corea del Nord e Corea del Sud: che doveva essere una temporanea divisione tra Russia e Stati Uniti per riorganizzare il governo del paese ma in realtà questo ha segnato i diversi destini delle due regioni. La Corea del Sud sviluppa un sistema democratico e capitalista influenzata dalla cultura americana, mentre la Corea del Nord istituisce un governo di ispirazione comunista che si è evoluto nella dittatura attuale.

L’industria della chirurgia plastica ha iniziato a svilupparsi in seguito alla guerra di Corea, nel 1950, a causa della necessità di interventi ricostruttivi sui volti devastati dei soldati.  Ben presto le migliori clienti dei chirurghi plastici divennero le prostitute: la richiesta era di correggere i lineamenti  per renderli più occidentali e riuscire così ad attirare i soldati stranieri. Da allora l’industria ha sempre prosperato sino al punto che oggi al Corea è il paese con il più altro numero di interventi di chirurgia plastica pro capite nel mondo.

A partire dagli anni 60, la Corea del Sud vive un processo di modernizzazione, migliorano le condizioni economiche, migliora sensibilmente il grado di alfabetizzazione della popolazione e delle donne in particolare. La discriminazione sessuale nell’ambiente di lavoro è molto forte ed è un problema che non è stato ancora superato. Si completa l’occidentalizzazione e il costume tradizionale coreano viene relegato alle occasioni di particolari.

L’ideale di bellezza si trasforma radicalmente rispetto al passato, la pelle di luna è ancora molto apprezzata ma il visto tondo e gli occhi sottili sono sostituiti da un modello a volte irrealistico. Gli occhi sono grandi e aperti, il ponte del naso è alto con una punta slanciata, il viso deve essere di piccole dimensioni con una forma a “V” e il corpo leggero e slanciato e mostrare una forma ad “S”. In una certa misura, questo nuovo ideale sembra più un personaggio dei fumetti che l’immagine di una donna reale eppure è onnipresente nei media, nella pubblicità, e nei messaggi diretti ai bambini fin dalla tenera età generando una forte pressione all’omologazione.

Sulla spinta della forte domanda interna,  l’industria cosmetica coreana si è sviluppata a ritmi accelerati ed ha cominciato ad uscire dai confini nazionali esportando il suo modello di bellezza prima in Asia e poi raggiungendo l’occidente a partire dagli Stati Uniti. La globalizzazione permetterà all’occidente di conoscere e integrare aspetti del modello di bellezza orientale rappresentato dalla Corea nella propria cultura, come ci auguriamo la cultura occidentale potrà contribuire ad equilibrare il modello coreano oggi ancora troppo stringente perché la donna possa considerarsi davvero libera.

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Ilaria

Sono una professionista digitale dal cuore analogico. La passione per la cosmesi coreana mi ha spinta a diventare imprenditrice, blogger, vlogger e chi più ne ha più ne metta...dove mi porterà alla fine non ne ho ancora idea!

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